Il teatro dialettale ‘di commedia’ è una realtà molto fl orida nella nostra regione, perché a tutti, in fondo, piace ridere alla vecchia maniera, attingendo a persone e personaggi del nostro quotidiano. Eppure non sarei così superfi ciale, specie con un genere che se ben usato può affrontare con disincanto e leggerezza qualsiasi tipo di argomento. “Giuliesi in scena” è una rodata compagnia di teatro dialettale che propone qualcosa di innovativo nel genere.
Abbiamo così incontrato Marco Luciani, regista e autore dei testi, insieme ad una delle attrici, Maria Teresa Di Giovanni. Marco, regista e scrittore. Come mai la scelta della commedia dialettale? “Commedia dialettale brillante, tengo a precisare. La scelta è nata dalla mia grande passione per la lingua viva, il dialetto appunto, che si mostra come più densa di signifi cato anche se per un’unità territoriale più ristretta, in questo caso di Giulianova. Ormai sono dieci anni che andiamo in scena con regolarità. Ti faccio qualche nome dei nostri spettacoli: Contro TV, Scuolanti, Giustizia e Sanità…” Ho l’impressione che i temi delle tue commedie ricalchino problematiche molto profonde della nostra società. Ma lacommedia dialettale quindi non è solo quella orientata allaruralità e al passato della nostra terra. Sembra, dai titoli, chetu parli del nostro quotidiano e dei nostri problemi. “Esattamente. La commedia dialettale ha, secondo me, delle potenzialità incredibili. Ti permette di affrontare temi anche scabrosi e che risultano dei tabù della nostra società. No, ci tengo a dirlo: le mie commedie (pensate prima in italiano e poi tradotte in dialetto) sono orientate alle problematiche del presente. Nell’ultima mia commedia, ad esempio, parlo di un ragazzo che muore di overdose…” Come si fa a fare di un argomento così tragico spunto peruna commedia? Si può ridere di questo? “È diffi cile, ma si può se l’obiettivo è calarsi nel paradosso della vita. Qui sta il bello: la risata può modulare attraverso le vicissitudini, diventare grassa, malinconica, amara… sono certo però che aiuti a comprendere il problema nel profondo e a farlo proprio”. Ma che cos’è per te allora la risata? “ Bella domanda. La risata, credo, sia vivere in pienezza un momento di verità”. Maria Teresa, a te invece chiedo il rapporto della compagniacon il regista e con il pubblico… “Un ottimo rapporto direi! Marco è un vero dittatore, ma alla fine riusciamo sempre a trovare una bella intesa. Con il pubblico ormai c’è un rapporto costruito nel tempo: alla gente vedo che piace molto il nostro lavoro”. Parlatemi della compagnia. Note tecniche! “ Allora: la compagnia teatrale “Giuliesi in scena” si compone di dodici membri, che per passione hanno scelto questo meraviglioso hobby. Le prove durano quattro o cinque mesi e sono prove ‘serie’, nel senso: memoria, gesto, espressione… nulla è lasciato al caso. per gli allestimenti abbiamo anche il nostro scenografo, il parrucchiere, il service… a un passo dal professionismo, insomma”. È molto bello vedere una realtà così interessante e variegata, di controtendenza rispetto a molte compagnie di teatro dialettali. A proposito di controtendenza… Verrete mai a Teramo? “Credo che niente come la rivalità calcistica abbia peggiorato i rapporti tra le nostre due cittadine. Ci piacerebbe tantissimo venire a Teramo. Chissà, magari al Comunale!”