Attraverso le alterne vicende della prima emittente televisiva ripercorriamo un periodo più o meno lungo della società e della cultura di Teramo Correva l’anno1974: la televisione pubblica, la Rai, aveva un Programma Nazionale e un Secondo Programma e trasmetteva rigorosamente in bianco enero; la Corte costituzionale promulgava le prime sentenze che avrebbero presto cambiato il volto dell’emittenza radiotelevisiva italiana portando alla nascitadi centinaia di televisioni locali
e private in tutto il paese. A Teramo, piccola città di provincia, sotto i famosi “portici di Fumo” i cittadini iniziavano a riunirsi dietro un affollato angolo sopra il quale era nascosto un televisore che mostrava volti e luoghi familiari, ed era collegato ad un lungo cavo che partiva dal numero civico 53 di via Mario Capuani, sede di Tv Teramo, prima emittente via cavo, appunto, della città. Tv Teramo comparve per iniziativa dell’imprenditore teramano Pietro Tancredi e la sua coinvolgente storia è fatta di creatività, di emozione e, soprattutto, d’improvvisazione, perché tutto era nuovo e inesplorato nel settore dell’emittenza privata. Sperimentare diventò la parola d’ordine. In pochi anni Tv Teramo si fece conoscere ed apprezzare dal pubblico teramano e presto numerosi, ingombranti e antiestetici cavi ricoprirono buona parte della città collegando l’emittente a case, palazzi e condomini. Le prime famiglie teramane iniziarono così ad affezionarsi a programmi come L’assabbato di Giacobbo di Vincenzo Cimini e La Preta Marmarata di Alberto Chiarini; si trattava di t rasmissioni che si concentravano sull’arte, sul territorio locale e sul vernacolo teramano. Con l’arrivo dell’imprenditore-editore Romano Malavolta e direttore il giornalista Marcello Martelli, che conduceva in diretta “Parliamone insieme”, trasmissione con la partecipazione del pubblico e di grande successo, l’emittente si convertì all’etere. Cambiò denominazione in Tele Teramo e comprendeva, inoltre, molti programmi sportivi dedicati perlopiù al calcio, tra i quali i più famosi erano Parliamone insieme, Quasi goal, Curva est e Goal su goal. Questi programmi riscuotevano grande successo tra il pubblico, in maggioranza di genere maschile, che li seguiva con regolarità ed entusiasmo. I teramani si appassionarono anche al talk show condotto da Roberto Pelillo Compagni di viaggio, la cui particolarità era quella di essere interamente registrato all’interno del treno, o meglio della “littorina”, della breve linea ferroviaria Teramo – Giulianova. Naturalmente c’era anche tanta informazione, soprattutto di carattere locale. D’altro canto bisogna considerare che all’epoca non esisteva ancora la Terza Rete Rai, quella regionale, e dunque le notizie riguardanti il territorio locale richiamavano l’attenzione del pubblico cittadino. Purtroppo verso la fi ne degli anni Ottanta, iniziò un periodo sfortunato per la prima emittente teramana: Tele Teramo entrò in crisi e dopo tanti anni la storica televisione scomparve per sempre dal video teramano lasciando, ad ogni modo, una grande e preziosa eredità: i filmati dell’archivio che furono acquisiti dalla Fondazione Tercas e che oggi sono conservati presso labiblioteca provinciale Melchiorre Delfico. Si tratta di beni culturali speciali che ci restituiscono rare immagini di una città d’altri tempi: vecchi edifi ci ormai scomparsi,una tigre che diventò attrazione della Villa Comunale, vicoli quasi irriconoscibili, personaggi noti che oggi non ci sono più. Le telecamere dell’emittente, infattifotografarono una città che, in quegli anni, cambiava culturalmente e artisticamente e oggi ci consegnanola testimonianza di cittadini che iniziavano ad appassionarsi al calcio più di ogni altro sport, che mostravano maggiore attenzione verso la politica e che recuperavanola lingua dialettale teramana insieme alle tradizioni popolari. In qualche modo la televisione, quindi, contribuì alla creazione di una rappresentazione della società di allora costituita da una comunità curiosa di osservare la propria immagine rifl essa nello “specchio televisivo” e che, paradossalmente proprio attraverso questa, riuscì acostruire una coscienza di se stessa: quella di una città di provincia che,però, tentava di uscire dalla gabbia del provincialismo. Con l’arrivo della televisione i teramani scoprirono gli effetti della “visibilità televisiva”, iniziarono a comparire all’interno del “magicoschermo luminoso” non solo per vantarsi di essere stati in tv ma anche per dire la propria sulla comunità, per denunciare ciò che non funzionava, per raccontare e raccontarsi. Arrivò, inoltre, la popolarità per il vicino di casa che era anche un bravissimocomico dialettale, il professore di educazione fisica che scriveva poesie bellissime, l’eccezionale artista sempre attento alla teramanità, al recupero delle tradizioni e dei valori del passato. Le immagini raccolte dalle telecameredi Tele Teramo, le testimonianze di chi vi lavorò e il ricordo di alcuni appassionati ci consegnano, quindi, il racconto prezioso di chi e come eravamo ieri noi teramani e di come la nostra città sia cambiata nel corso degli anni. Anche per questo motivo un pezzettino di storia di Teramo passa da qui, da quella bellissima avventura che fu Tele Teramo.