Intervista a Luca Verdecchia, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo chi crea un impresa oggi è un eroe” , esordisce così Luca Verdecchia, a capo dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo. “Sono una persona positiva e vedo sicuramente delle opportunità negli ultimi provvedimenti del Governo, soprattutto riguardo ai giovani, ma la situazione non è facile. Le banche hanno regole rigide con imprese note e consolidate figuriamoci con quelle di nuova generazione.
Il timore quindi sta nella rinuncia dei giovani a mettersi in proprio. Con i nostri omologhi dell’Aquila abbiamo dato vita a Confindustria Gran Sasso – aggiunge Verdecchia- un progetto che si propone di sviluppare dibattiti e sinergie tra le imprese, un portale in cui raccogliere informazioni e ottimizzare risorse. Inoltre, un fenomeno da considerare è il cosiddetto passaggio generazionale di cui i giovani imprenditori abruzzesi si sono trovati a parlare già dallo scorso anno nel corso dell’evento White Information, a Roccaraso, dove si analizzò appunto la situazione del nostro tessuto imprenditoriale e il ricambio generazionale che si sta verificando. Oggi i dati sono ancora seri -continua Verdecchia- i giovani che scelgono di fare gli imprenditori sono sempre meno. I dati regionali parlano di 10.547, under 30, che rappresentano il 5,8% rispetto al totale del management, e il 6% in meno rispetto al 2008. Anche se a Teramo la situazione sembrerebbe invariata rispetto agli ultimi 3 anni: 3301 nel 2011 con una percentuale del 6.1% , 3314 nel 2010 (6,2%) e 3413 nel 2009 (6,3). Sono ancora troppo pochi i giovani che raccolgono la sfi da”. L’incontro di quest’anno, previsto sempre a Roccaraso dal 23 al 25 marzo, li vedrà affrontare soprattutto questo tema e i problemi legati allo start up: “Questo Governo – prosegue il giovane presidente – ha sentito i nostri rappresentanti e le nostre richieste prima del varo del decreto, e noi abbiamo ribadito l’importanza, per i giovani, di essere sostenuti e incoraggiati a fare impresa, visto che il posto fi sso è ormai una chimera. Ritengo che il decreto Monti contenga note positive in questo senso, poi ci sono bandi regionali ed europei che hanno già fi nanziato, solo nella nostra regione, 153 nuove imprese di cui 61 femminili. C’è solo da rimboccarsi le maniche e lavorare tutti, imprenditori e dipendenti, pensando che la collaborazione è fondamentale per la crescita dell’azienda”. La crescita presuppone un rigido controllo dei costi e oggi i costi del personale sono il punto caldo su cui si focalizzano le attenzioni delle parti: quanto costa assumere e licenziare? “In realtà, più che di assunzioni e licenziamenti bisogna cambiare il modo di vedere le cose – conclude Verdecchia –, il mondo va veloce. Tecnologia, innovazione e formazione sono fondamentali, se si pensa che negli ultimi anni l’87% delle nuove imprese in Italia è sul web. Di contro il cosiddetto know how, l’esperienza che si acquisisce lavorando, ha un ruolo altrettanto importante. Produzione e management devono avere lo stesso obiettivo. Se un’azienda ha clienti, ma i collaboratori non producono in modo adeguato alla domanda, l’azienda si ferma. E d’altra parte, se è diffi cile trovare chi ha voglia di fare, è vero anche che quando si trovano collaboratori validi bisogna saperli tenere, valorizzandone i meriti. Il merito è determinante e i giovani sono più predisposti a all’impegno incentivato e premiato. E’ un cambiamento culturale di cui oggi si avverte necessità, ma nei giovani è già presente perché quando ci si affaccia al mondo del lavoro si ha bisogno di farsi conoscere, valutare, ispirare fi ducia. Lo studio è necessario, ma così anche la formazione sul campo, la cosiddetta gavetta. Non si può partire dalla direzione senza conoscere l’intero processo produttivo”.