A piazza Garibaldi tutto il traffico cittadino gira intorno ad un’isola rotazionale animata da un cantiere. Mi trovo alla fermata dell’autobus, a nord della piazza, nella posizione giusta per cogliere l’occasione di entrare e vedere che cosa stanno realizzando oltre la recinzione metallica. Vedo un operaio scansare un tratto della transenna che consente il transito agli addetti ai lavori; mi avvicino a passo
spedito. Il direttore tecnico del cantiere mi presta un po’ di attenzione. Mi dà il permesso di accedere. Mi dice che stanno costruendo una sala espositiva ipogea. Una struttura ubicata nell’ambiente sotterraneo di Teramo, ricavata utilizzando il sottopasso di piazza Garibaldi e collegata ad un’ altra sala interrata posta davanti la Pinacoteca dentro la Villa Comunale. Entrambe le costruzioni fanno parte del vasto progetto “CulT”: “TeramoCulturale”, che vuole incrementare la rete di musei esistenti e metterli a sistema attraverso un percorso che apre nuove frontiere alla fruizione del patrimonio culturale della città. Ci addentriamo nel cuore del fabbricato. Gli operai ricevono ordine di illustrarmi gli spazi espositivi e di scortarmi durante la visita. Sotto l’attuale rotatoria, la sala multimediale ipogea è costituita da quattro ambienti funzionali in corso d’opera, 18 particolari pilastri in cemento armato inclinati di 35°, due uscite di sicurezza e un ingresso che si affaccia nel sottopasso. I lavori di realizzazione del progetto sono iniziati circa tre anni fa. C’è stata un’interruzione durata più di un anno: si sono dovuti deviare i tubi dell’acquedotto del Ruzzo. Inoltre, un conseguente rallentamento, si è verificato quando a sud-ovest dell’area di scavo, al centro della piazza, sono emerse antiche mura di fortificazione e reperti archeologici. Scendiamo la scala dell’uscita di sicurezza che ci conduce nella sala A dove c’è un addensamento di puntelli che sorreggono il soffitto. Dirigendoci verso la sala B ci addentriamo in un ambiente voltato costituito da setti murari caratterizzati da mattoni, pietre e malta. “Ma queste mura sono antiche, non le avete costruite voi?!-chiedo-. “No, sono antiche, le abbiamo riportate alla luce, erano sommerse di terra”. Le sale C e D sono piccole: “Abbiamo tribolato per salvarle” – mi dicono – “Erano piene di terra e abbiamo dovuto svuotarle a mano”. Mi descrivono le opere di recupero e consolidamento delle strutture “Abbiamo cercato di rinsaldare la tessitura muraria e sono stati inseriti degli architravi di ferro”. Mi raccontano che secondo gli esperti, nella sala C, era collocata la bottega di un vetraio. In corrispondenza di questa sala si sono lette le tracce di un ambiente di produzione. È stata rinvenuta una struttura usata probabilmente per il tiraggio o per la ventilazione e un sistema di conduzione dell’acqua costituito da canalette di coppo, che si vorrebbe lasciare a vista. Nella contigua sala D è stata trovata una sepoltura e della ceramica antica. Superando i due stipiti e l’arco di un passaggio ci troviamo all’interno di quello che sarà l’ingresso dell’ipogeo lungo il percorso del sottopasso, dove probabilmente si sistemerà una biglietteria. Mi indicano il muro maestro del complesso antico che è inglobato nell’ipogeo e sopraggiungono con fierezza: “Questo è l’asse portante, ha una profondità di tre metri”. Queste mura verranno stuccate. La copertura dell’ipogeo che si scorge in superficie sarà ricoperta e abbellita da un giardino. Entro agosto 2011 sarà riconsegnata la piazza all’esterno; il termine dei lavori è previsto per dicembre.