DONNE E POLITICA

donne e politicaAncora esigua la presenza femminile nei vari livelli istituzionali. Pregiudizi, difficoltà oggettive e confronto con altriPaesi europei evidenziano una “parità” raggiunta solo a parole. Nella prima Festa Democratica provinciale del Pd a Teramo, abbiamo deciso di dedicare uno spazio alle donne, per sottolineare come il partito, pur dovendo ancora muovere grandi passi,

mostri impegno verso una reale parità donna-uomo tanto da regolamentare, con l’obbligo dell’alternanza di generi, la costituzione di organismi in cui la presenza femminile è paritaria a quella degli uomini.  Ritengo che il Pd in tal modo abbia voluto non tutelare una minoranza, anche perché minoranza non siamo, ma abbia voluto assicurarsi la presenza nel partito di tutte quelle competenze, talenti, ricchezze di uomini e di donne. Oltre all’alternanza di genere nei vari organismi, il Pd vuol garantire anche spazi di confronto e partecipazione, non solo attraverso i gruppi di lavoro, ma anche con la Conferenza permanente delle donne in cui si ha la possibilità di conoscersi, confrontarsi, elaborare posizioni condivise attraverso un rapporto dialettico. Per avere un quadro concreto sulla presenza delle donne in politica, è necessario comunque analizzare alcuni dati che sottolineano l’entità del problema. I paesi del Nord Europa confermano ancora una volta grande attenzione nel rispetto delle pari opportunità mentre i dati sulla presenza delle donne nel mondo della politica, per l’Italia, sono desolanti. La presenza femminile in Parlamento e nei governi locali è particolarmente fragile. La situazione italiana è davvero demoralizzante: si passa da una percentuale di oltre il  45% in Svezia  al  19 % dell’Italia ( 21% al Senato e 18% alla Camera). In Abruzzo, l’8,1% dei sindaci sono donne. A Teramo, su 47 Comuni, abbiamo  un solo sindaco donna (Pescara 5 su 46, L’Aquila 9 su 108, Chieti 10 su 104).Nessun presidente di Provincia è donna. Nella Giunta reg.le c’è una donna e 5 sono nel Consiglio. Non può essere sottaciuto il fatto che le donne hanno difficoltà oggettive, come quello di conciliare la vita lavorativa e quella familiare. Va anche sottolineato il fatto, come emerge da una indagine dell’Arcidonna, gli uomini che si sono dichiarati disponibili a concorrere alla gestione della vita familiare e casalinga per permettere lo svolgimento dell’attività politica della propria compagna, è pari al 23%. Se questo elemento si aggiunge alla limitata disponibilità di risorse economiche, è naturale che  il percorso che porta le donne ad accedere ai vertici dei partiti e poi alle posizioni istituzionali. Nella mia esperienza di sindaco del Comune di S.Egidio alla Vibrata, la composizione della  lista ha visto la presenza di donne, che non sono state coinvolte, come spesso accade, per “riempire” una lista, e sono state tutte elette(tranne una). La mia amm.ne contava 5 donne su 12 ed ho assegnato loro deleghe che le hanno viste ricoprire in modo eccellente vari settori: lavori pubblici, bilancio, protezione civile, polizia municipale, oltre a sociale e scuola. Attualmente abbiamo, invece, un’amm.ne di centrodestra che ci ha fatto fare un balzo enorme indietro da questo punto di vista, dal momento che sono presenti soltanto due donne che, ovviamente, hanno le deleghe al sociale e alla scuola.Va comunque tuttavia sottolineato anche che la valutazione che le donne hanno sul mondo della politica è estremamente negativo e questo le induce ad una sorta di disinteresse. Ritengo che, come Partito Democratico, dobbiamo ripartire proprio da qui e da noi stesse, perché solo la partecipazione paritaria di uomini e donne può determinare un salto qualitativo della politica e garantire una presenza qualificata e qualificante. La situazione drammatica, in ambito etico-politico, che stiamo vivendo, d’altra parte, nonché la crisi che tocca ogni settore dal lavoro alla scuola dalla sanità all’ambiente, esigono una coscienza vigile, critica, che si traduca in doveroso impegno civico.  di Stefania Ferri (già Sindaco di Sant’Egidio alla Vibrata)