TORINO – Dal 4 al 9 giugno si svolgeranno a Torino i XXXVII Giochi nazionali estivi “Special Olympics” riservati a persone con disabilità intellettive. E’ un importante avvenimento che vede giungere al culmine l’attività annuale di allenamenti e competizioni organizzati da “Special Olympics Italia”. Questa benemerita associazione è modellata sui principi dell’originale americano fondato nei lontani anni ’60 da Eunice Kennedy Shriver e successivamente diffusosi in tutto il mondo con la possibilità, unica realtà a cui è stata riconosciuta, di utilizzare il termine “Olympics” nel proprio nome.
L’iniziativa, dal titolo “TORniamoINcampO”, si svolgerà in varie strutture sportive messe a disposizione dalla città coinvolgendo ben oltre 3000 atleti con 520 tecnici per 20 discipline differenti, dal nuoto al basket, dall’atletica leggera al golf, all’equitazione, al canottaggio, al karate, al calcio, etc: una grande festa dello sport, del tutto gratuita a chi volesse presenziare, dedicata, organizzata e vissuta in prima persona da uomini e donne troppo spesso ingiustamente ritenuti incapaci di attività riservate ai cosiddetti “normali”. Infatti è proprio questo il motivo di maggior interesse della manifestazione: attraverso lo sport la cosiddetta disabilità può diventare una possibilità da utilizzarsi; non si vuole trattare la disabilità intellettiva solo come “handicap” bensì anche come punto di partenza per sviluppare doti insospettate, latenti, sorprendenti. E cosa meglio dello sport, individuale e di squadra, può essere di stimolo per queste persone?
La kermesse torinese diventa così il punto di incontro e snodo fondamentale dell’attività di “Special Olympics Italia”, un percorso ad un tempo agonistico, formativo, riabilitativo e di supporto; un’attività che vede non solo il momento sportivo ma anche, nel corso dell’anno, varie iniziative collaterali rivolte al mondo della scuola, ai centri di aggregazione giovanile e a tutto il territorio in generale in cui la disabilità intellettiva viene rovesciata nella sua prospettiva: mancanza ma anche opportunità.
Dato il carattere nazionale, diventa di particolare importanza l’intero evento, poiché per territorio non è da intendersi solo la città o la regione ospitante bensì tutta la nazione, e non a caso l’iniziativa si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e dei Ministeri coinvolti, quali il MIUR e il Ministero della Salute. Un grande sforzo organizzativo, logistico e di volontariato (saranno 1300 i volontari coinvolti) per un obiettivo eminentemente culturale e difficilmente non condivisibile: rimuovere, attraverso lo sport, ostacoli e pregiudizi nei confronti di persone svantaggiate favorendone sia la loro valorizzazione sia la loro integrazione nella società.
La manifestazione si aprirà ufficialmente il 5 giugno con l’accensione del tripode olimpico presso lo Stadio Olimpico “Grande Torino”. E’ la cerimonia con cui termina il “Torch run” ovvero il lungo percorso della torcia partita il 18 marzo da Udine (sede dei giochi invernali) e che, attraversati ben 42 comuni italiani, è giunta a Torino per l’inizio delle competizioni. Pensiamo che abbia colto molto bene il senso di questa manifestazione l’assessore allo Sport del Comune di Torino, dott. Mimmo Carretta, nel momento in cui ha dichiarato che “questo è uno dei classici eventi in cui è la città a ricevere tantissimo”.
Torino, ospitando la manifestazione, non solo si arricchisce di tutte le esperienze, emozioni, insegnamenti di questo modo di affrontare la diversità, ma riscopre anche la sua vocazione olimpica (molto significativa è la riaccensione del tripode) e, al tempo stesso, dopo il successo dell’Eurovision, torna ad essere la tribuna ideale per una grande visibilità delle iniziative. Superato lo shock dei tragici fatti di Piazza San Carlo (nel 2017 a causa del panico scatenato da rapinatori che usarono spray al peperoncino durante la proiezione della finale di Champions morirono 3 persone e vi furono 1672 feriti) Torino ospita nuovamente grandi eventi non solo di intrattenimento, ma anche, come in questo caso, dal profondo valore educativo, morale, sociale.
Nicola F. Pomponio