Si dice e si racconta di chiese e paesi d’Abruzzo, è il titolo del libro, fresco si stampa, di Antonio Mezzanotte. “Un diario atipico di vicende minori che colorano un tratto ancora sconosciuto dell’Abruzzo”, come si legge in quarta di copertina. Si racconta di San Michele che uccise Satana nella grotta di Liscia, dei santi Cosima e Damiano che guidarono gli abitanti di Lentella contro i briganti e anche di un Ferrante, Ferrante Caracciolo di Santobono che acquistò Chieti all’asta e…
Ma parliamone con l’autore.
Volendo sintetizzare, cosa si dice e cosa si racconta nel tuo libro?
In primo luogo, è un diario scritto durante le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19, scansionato su alcuni grandi cicli della natura e delle ricorrenze religiose. Inoltre, sono narrati alcuni territori dell’Abruzzo: le valli del Nora e del Cigno nel pescarese, la valle del Treste nel vastese, il luogo d’origine dell’autore, Rosciano, nel Val Pescara, le cui vicende sono ricordate attraverso leggende e miti di fondazione, oppure con la storia delle chiesette rurali, delle Madonne arboree, delle gesta di alcune grandi personalità che dall’Abruzzo dei paesi hanno segnato la loro epoca.
Il territorio abruzzese è puntellato di chiesette, cappelle, edicole votive, eremi: gli edifici sacri sono stati il vero punto cardine attorno ai quali si svolgeva la vita delle genti rurali e montane, fino ad epoche a noi molto vicine.
Da questo senso di religiosità scaturisce il culto per i Santi protettori da malattie o di categorie di lavoratori e per i Santi patroni di un luogo, che rafforzavano il senso di comunità. Le opere d’arte custodite nelle nostre chiese riproducono questi Santi intorno ai quali gravitava la vita paesana: ecco, quindi, la descrizione del ciclo di affreschi votivi della Chiesa di San Nicola a Rosciano, che costituisce uno dei motivi conduttori della narrazione di questo volumetto.
E oltre a chiese e santi?
Come dicevo qui in Abruzzo abbiamo avuto personaggi di peso, ma ancora poco noti: ad esempio Carlo Tapia da Lanciano, Pietro Carrera da Rosciano, i Caracciolo principi di San Buono. Ad un certo punto, nel corso del 1600, gran parte dell’Abruzzo era compreso nel loro variegato stato feudale: essi hanno compiuto imprese di riguardo (Ferrante fu l’antagonista di Masaniello e comprò all’asta la città di Chieti, Carmine Nicola fu Vicerè del Perù, Giovanni Costanzo fece costruire la Fontana di Trevi a Roma) e, attraverso le loro imprese, si affermavano i territori da essi posseduti, nei quali si coltivava un varietà di grano, la carosella, che a fine Settecento divenne la più diffusa in Abruzzo e non solo.
Ci sono anche pagine dedicate a vicende familiari, come quelle di un prozio trucidato dai tedeschi durante l’ultima guerra o della Liberazione del mio paesello.
Ti occupi di storia da molto tempo?
Sono un avvocato prestato alla pubblica amministrazione. Mi piace scoprire le cosiddette storie minori dei paesi abruzzesi, che poi minori non sono, perché sempre confluiscono nel grande scorrere del tempo dell’uomo.
Si dice e si racconta …che sia un libro interessante…
di David Ferrante