PrimaPagina edizione Novembre, 2011 n. 19
di Dott. Valdo Paolone (Oculista)
CHIRURGIA REFRATTIVA
Poter eliminare gli occhiali, per molti individui, ha rappresentato un sogno irrealizzabile fi no a qualche decennio fa. Nell’ultimo quarto del secolo scorso, passando dalle prime incisioni trasverse alle incisioni radiali sulla superfi cie corneale, si è cercato di conseguire i primi risultati per ridurre o annullare i vari difetti efrattivi. La scuola russa, con il prof. Fydorov, ha affinato la tecnica delle
incisioni radiali, interessando i ¾ dello spessore della cornea con standardizzazione del metodo e indicazione del tipo di difetto. Quasi negli stessi anni, in Germania, si iniziò a utilizzare il laser ad eccimeri a scopo refrattivo, iniziando l’epoca della cheratectomia fotorefrattiva. Prima di iniziare a parlare di tecnica e di indicazioni terapeutiche, bisogna dare un breve cenno ai vizi di refrazione, che si possono raggruppare in miopia, ipermetropia e astigmatismo. Il primo è rappresentato da un bulbo oculare il cui diametro antero-posteriore è maggiore del normale; il secondo è caratterizzato da una lunghezza dell’asse visivo più corto del normale; il terzo è contraddistinto da una curvatura minore o maggiore tra i meridiani corneali differenti tra di loro. Attualmente la maggior parte della chirurgia refrattiva corneale viene eseguita con il laser ad eccimeri, il cui principio di funzionamento si basa sulla produzione di una radiazione, nel campo dell’ultravioletto, da parte di molecole biatomiche che, dopo essere state eccitate tornano allo stato fondamentale liberando una radiazione di una determinata lunghezza d’onda. Si è scelto il fl uoruro di argon, come gas, in quanto si è dimostrato che la radiazione prodotta è capace di scindere i legami interatomici con il minor danno tessutale. Fondamentalmente le tecniche eseguite per correggere i difetti refrattivi sono la PRK e la LASIK.
La procedura per la PRK consiste nella disepitelizzazione (ovvero rimozione dell’epitelio, cioè di piccolissime parti di tessuto superfi ciale della cornea n.d.r) della zona centrale della superfi cie corneale di circa 8 mm, tale procedura è detta: foto ablazione dello stroma, ed è eseguita con l’ausilio di un computer con parametri impostati in precedenza che controllano l’emissione del raggio laser. La tecnica LASIK è caratterizzata all’eseguire una cheratectomia lamellare al centro, non completa, dello stroma corneale tramite un microcheratomo – ovvero creare un sottile lembo corneale mediante uno strumento micro-chirurgico ad alta precisione Il lembo viene delicatamente ripiegato per esporre il tessuto corneale sottostante. Il secondo tempo della procedura utilizza il laser ad eccimeri per rimuovere una precisa quantità di tessuto dal centro della cornea. Il lembo corneale viene riposizionato sulla cornea ed assume la nuova curvatura. Per il buon esito della chirurgia refrattiva, oltre ad una esecuzione tecnica precisa, vi deve essere una buona valutazione caso per caso, quali l’età (maggiore di 18 anni), superficie corneale perfetta (studio con la topografi a corneale), valutazione dello spessore corneale (pachimetria), difetto refrattivo stabile da almeno 2 anni, non presenza di malattie del collagene o formazione di cicatrici cheloidi, assenza di infi ammazioni acute o croniche del distretto oculare, glaucoma acuto o cronico, intolleranza ai cortisonici locali per innalzamento della pressione intraoculare e degenerazioni retiniche periferiche. Molto importante, per la buona riuscita del trattamento chirurgico, è il post-operatorio, sia per la terapia locale da eseguire scrupolosamente, ma anche per le attenzioni nell’evitare ambienti molto polverosi ed esposizioni a raggi ultravioletti. Le complicanze, come in ogni intervento chirurgico, sono sempre presenti e possono essere divise in due grossi gruppi: precoci e tardive. Le prime sono rappresentate da un decentramento del trattamento, dovuto al movimento dell’occhio durante l’esecuzione della foto ablazione, e dalle infezioni che si possono contrarre sia nell’intraoperatorio che nel postoperatorio; ambedue sono state notevolmente ridotte come incidenza, negli ultimi anni, per l’utilizzo di laser e di antibiotici di ultima generazione. Le complicanze tardive sono fondamentalmente rappresentate da regressione della correzione e dalla DR. VALDO PAOLONE OCULISTA persistenza dell’Haze. La prima non dipende dalla tecnica chirurgica ma, probabilmente, da modifi cazioni metaboliche corneali che portano alla produzione locale di acido iluronico che modifi ca lo stroma nel suo spessore. L’Haze non è altro che un opacamento della cornea che provoca aloni, abbagliamento con riduzione visiva, può rimanere per molto tempo anche sotto trattamento corticosteroideo. La chirurgia refrattiva, da quanto detto,deve essere considerata una chirurgia estetica e l’indicazione per effettuare tale atto operatorio dipende dal paziente che ne richiede l’esecuzione quando non è soddisfatto del proprio aspetto.