L’immagine di un “pancione”, foto di una gravidanza che evoca dolci ricordi o tenere aspettative ma, che allo stesso tempo inquieta un po’. Intorno il vuoto, uno sfondo nero.
Da una parte si accentra l’attenzione sulla nuova vita, sulla speranza e la tenerezza dall’altra sulle paure che ogni donna ed ogni mamma prova.
Questa la sensazione evocata in me dall’immagine di anteprima della mostra fotografica di Assunta Nespoli.
Sintesi meravigliosa e perfetta catturata da una “fotografa per caso” come si autodefinisce l’artista nella presentazione della mostra. Due le frasi che identificano la mostra “Quel puntino è la vita” e “mi spiace non c’è battito“.
“La prima è una delle frasi, – spiega la Nespoli – tipicamente pronunciata dal dottore quando mostra attraverso un’ecografia, alla futura mamma la vita che si è generata in lei. Da quel momento la vita della donna cambia e non sarà più la stessa. Il battito di quel puntino, piccolo cuoricino vivo, scandirà il trascorrere dei mesi, attesa lunga fatta di nuove splendide emozioni, il primo movimento e quelle vibrazioni pronte a dirti ci sono anche io. Insomma, la gravidanza come esperienza assolutamente unica che ogni donna dovrebbe vivere perché solo a lei è concesso questo privilegio che gli uomini possono solo immaginare ma, che senza di loro non sarebbe possibile. Ho fotografato con gioia – prosegue l’artista, – donne che hanno vissuto questa esperienza, inondate di felicità contagiosa”.
A volte la gravidanza, pero’ è fatta anche di momenti dolorosi evocati dall”atra frase, drammatica e che non si vorrebbe mai dover ascoltare: “Mi spiace non c’è battito“.
“Rappresenta la parte buia e negativa – spiega Assunta Nespoli, – o semplicemente l’opposto della felicità che ti abbraccia quando scopri di attendere un figlio. ‘Attimi fotografici’ dedicati a quelle donne che hanno purtroppo solo sfiorato l’idea di maternità, che hanno vissuto l’emozione della prime ecografia e che hanno creduto per un breve periodo che sarebbe diventate mamme.
Dedicato a tutte quelle donne che hanno sfiorato ed accarezzato il sogno ma che con il tempo hanno dovuto metabolizzare che non avrebbero avuto questo privilegio, a chi magari ha sofferto in silenzio provando una gioia malinconica nell’osservare la gravidanza di altre donne, senza pero’ sentirsi incomplete.
Dedicato alle madri mancate, ugualmente felici e destinate ad altri affetti, dedicato a donne che hanno fatto in modo che questa vita fosse comunque apprezzata, comunque bella. Ho disegnato – spiega Assunta – con la luce e le ombre questo momento buio, con un solo scatto”.
All’interno dell’allestimento sarà presente un pannello con dei post-it dove i visitatori, se vorranno, potranno lasciare la loro firma, impressioni o pensieri che l’autrice catalogherà e custodirà immortalandoli in foto “che portero’ sempre con me nella mia fotografia” chiosa Assunta.
di Daniela Palantrani