il disastro dei fiumi abruzzesi – WWF

fiumeAterno-Pescara e Saline: al centro dell’inchiesta di “Focus”. Triste record per l’ex regione verde: due degli “orribili 7” italiani sono abruzzesi. Nel frattempo la Regione rimanda il risanamento di molti fiumi della regione al 2027! Due degli “orribili 7” fiumi italiani secondo il mensile Focus sono abruzzesi. Nell’inchiesta “Gli orribili 7: i fiumi italiani nella risi
idrica globale” del settimanale, a cura del giornalista Giorgio Zerbinati (in grande evidenza sulla home-page del mensile

www.focus.it), come esempi di disastri ambientali fluviali, entrano il Fiume Saline e il fiume Aterno-Pescara. Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “Da anni denunciamo il pesantissimo stato ambientale dei fiumi abruzzesi ma sono allarmi che stanno cadendo nel vuoto. Anzi, producono negli amministratori tentativi di rimandare la soluzione a questa situazione di degrado. Basterà ricordare che nel Piano di Tutela delle Acque recentemente adottato dalla Giunta Regionale per il 25% dei fiumi abruzzesi si rimanda al 2027 il risanamento! Poi, però, ci si lamenta del drammatico effetto sul turismo dei casi del Saline e del Vibrata. Sul Saline invece di pensare alla bonifica, si vogliono realizzare nuove strade e ponti per circa 16 milioni di euro senza neanche le piste ciclabili. L’aspetto più grave dell’inchiesta è, però, un altro rispetto al nostro Piano di Tutela delle Acque. Infatti il giornalista Zerbinati inquadra il problema dei fiumi nell’ambito della crisi climatica planetaria facendo riferimento ad un recente numero della più importante rivista scientifica mondiale, Nature1. Ebbene, nonostante i nostri appelli e le autorevoli indicazioni della Commissione Europea, la Regione Abruzzo nel suo Piano di Tutela delle Acque sorvola completamente su questo aspetto. L’Abruzzo si allontana progressivamente  dagli stardard di altri paesi europei che pur sperimentando spesso gli stessi disastri portati dall’inquinamento hanno rimediato ponendo la qualità ambientale come obiettivo prioritario, anche per quanto riguarda la spesa, rispetto ad altri settori. Speriamo che queste denunce producano uno scatto d’orgoglio negli amministratori; una profonda revisione del Piano di Tutela non solo è ancora possibile ma è doverosa”.

L’incipit dell’articolo di Focus 1“I fiumi in crisi, titola la copertina del numero di settembre 2010 della prestigiosa rivista scientifica Nature, che dedica diverse pagine alle “minacce globali alla sicurezza idrica e alla biodiversità dei fiumi”. Lo studio dimostra come l’inquinamento da un lato e l’aumento dei prelievi per uso alimentare dall’altro stiano rapidamente impoverendo le riserve d’acqua dolce del pianeta, al punto da prosciugare interi fiumi. Basta dare un’occhiata alle mappe di Nature per rendersi conto che la crisi idrica è globale: l’Italia e i Paesi del Mediterraneo spiccano fra le zone più a rischio (in buona compagnia), il che vuol dire che nei prossimi decenni succederà sempre più spesso di dover decidere chi avrà diritto all’acqua: le città, i campi o i fiumi.”